Premio Mascagni Bologna

Premio Mascagni Bologna, lavatrici di 18 metri per pulire e disinfettare camici, uniformi e tute: così la Miele Srl ha difeso aziende e strutture sanitarie.

 

Lavare e disinfettare, igienizzare e sanificare. Qualche mese fa sembravano semplici attività di routine, necessarie al buon funzionamento dell’industria e dei servizi alla persona, come lo sono tanti altri anelli della catena economica. Il Coronavirus ha cambiato tutto e i preziosi sforzi delle lavanderie industriali, come la Miele Srl di Castel Maggiore guidata da Corrado Girotti, sono finiti sotto i riflettori. Tra innovazione, rispetto dell’ambiente e cura della salute pubblica.

Girotti, come avete gestito queste settimane di tanto lavoro e immensa responsabilità?

"Sono stati giorni complessi, durante i quali ci siamo fatti in quattro per stare dietro alle esigenze pressanti del mondo della sanità e di quelle aziende che, come noi, non hanno mai chiuso perché considerate indispensabili. E’ stata una sfida grande come nessun’altra, ma, accanto alla fatica e alle preoccupazioni quotidiane, ci ha anche permesso di mostrare il meglio di noi. E l’abbiamo superata".

Grazie alla competenza, ma anche alla solidarietà dei vostri colleghi.


"Sì, perché essere sulla breccia dal 1998 e avere creato un polo all’avanguardia tecnologica e organizzativa ha fornito una solida base, ma per affrontare le contingenze legate al Covid abbiamo avuto, come tanti, bisogno di aiuto. Per questo desidero ringraziare Confindustria, per l’assistenza qualificata, e aziende come Marpos, Ducati e Marchesini, per averci donato un’indispensabile fornitura di mascherine".

Così, avete potuto immediatamente gettarvi a capofitto in quello che sapete fare meglio.

"Esatto, con la competenza maturata in 22 anni, iniziata quando mia madre, Maria Adelaide Carlotti, rilevò un piccolo impianto a Borgo Panigale. E con le capacità e la rapidità garantite dalle nostre apparecchiature di ultima generazione".

Di quali macchinari parliamo?

"Parliamo di due lavatrici da 18 metri, che lavano 9 quintali di vestiti e camici all’ora per conto di case di riposo e cliniche pubbliche e private, sia lato paziente che lato operatore, ma anche delle uniformi della Polizia Municipale, delle tute dei piloti di note case automobilistiche e dell’abbigliamento da lavoro delle maestranze di note eccellenze industriali. Poi ci sono le macchine per stirare, disinfettare, piegare e impacchettare, perché tutto sia perfetto".


Perfetto anche da quello chimico?

"Sono queste le nuove frontiere del nostro mestiere: l’analisi microbica, la lotta agli sprechi, in particolare idrici, e la ricerca, tramite l’uso di specifici detersivi e detergenti, di un basso impatto ecologico. Il tutto garantito da certificazioni come la UNI EN 14065, che assicura la qualità microbiologica dei capi trattati e l’assenza di ogni contaminazione, e dai controlli periodici svolti da un laboratorio accreditato Sinal".

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